Un album al pianoforte per riuscire a sognare ancora un po'

Cosa c'è di più intimo del rapporto tra un pianista e il suo strumento? Le mani fanno l'amore con i tasti e il mondo intorno sparisce. Vicino al pianoforte che risuona dentro casa, l'anima gemella può accennare qualche volteggio che si trasforma in un piccolo walzer tutto da ballare, dal tramonto fino alla pioggia del mattino. Sono scene capaci di segnare l'esistenza, episodi da ricordare al caldo mentre fuori nevica. C'è sempre la primavera dopo un inverno, c'è sempre una casa da costruire, un confine da attraversare, un fuoco che brucia dentro lentamente. Arriverà, si spera, un profondo sonno ristoratore a stemperare l'insonnia dei pensieri e a ricostruire una vita intera passo dopo passo.

Nei tredici brani di Intimacy Vol. 1 e nelle note tra le dita di Andrea Vanzo scorrono - nascoste tra le righe del pentagramma - atmosfere innovative e minimali, immagini autobiografiche e località care come la Sardegna. Diplomato in Composizione al Conservatorio G.B. Martini di Bologna e riconosciuto autore di colonne sonore per film e teatro, unisce elementi della classica moderna al pop, con una particolare attitudine cinematografica. Questo album interamente pianistico è formato da pezzi evocativi e sognanti, che creano una dimensione raffinata ed elegante ma anche intensa e profonda.

Se qualcuno domandasse "Cos'è la musica classica contemporanea oggi?", lo stile di Andrea Vanzo potrebbe essere una buona risposta. Una curiosità finale: il videoclip della title-track è stato realizzato trasportando un pianoforte in cima a una montagna, a duemila e cinquecento metri di altezza.